mercoledì 21 ottobre 2009

“CONTRATTO E DEMOCRAZIA SINDACALE”

Dichiarazione di Giuseppe FARINA (Segretario Generale FIM CISL)

La Fim non si sottrae al tema della democrazia sindacale a cui è assai sensibile e sul quale ha avanzato più volte proposte concrete e sviluppato iniziative.
Per la Fim la democrazia è pane quotidiano. Da tempo sollecitiamo le Confederazioni a definire regole democratiche per la consultazione dei lavoratori in occasione di piattaforme e accordi e per le questioni della rappresentanza e della rappresentatività sindacali.
In riferimento alla proposta della Fiom di sottoporre a referendum tra tutti i lavoratori l’ipotesi di accordo siglata solo da Fim e Uilm, trovo singolare che la stessa organizzazione che ha rifiutato ogni mediazione per la costruzione della piattaforma unitaria, che ha abbandonato il tavolo della trattativa e ha fatto di tutto per impedire il rinnovo contrattuale, voglia oggi decidere insieme a chi questa fatica e questa responsabilità l’ha assunta come si consultano i lavoratori.
Fermo restando che la decisione sulla modalità di consultazione sul rinnovo contrattuale resta prerogativa di chi il contratto l’ha sottoscritto, siamo pronti, nel caso in cui le Confederazioni non dovessero in tempi rapidi definire le nuove regole democratiche, ad avviare da subito un confronto con Fiom e Uilm su tutti gli aspetti relativi alla questione della democrazia che regolano le attività nella categoria.
Proponiamo quindi alcuni temi sui quali definire regole democratiche condivise:

1. Abbiamo regole di consultazione dei lavoratori solo nelle situazioni
di contratti unitari che abbiamo assieme praticate nel contratto del 2008. E’ perciò necessario completare un sistema di regole anche per la consultazione dei lavoratori in caso di opinioni diverse e di piattaforme e accordi separati.
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2. Siamo disponibili a rivedere le regole sulle Rsu, prevedendo il superamento della quota dell’1/3 riservata alle sole organizzazioni sindacali confederali, e a riscrivere il patto di solidarietà tra Fim Fiom e Uilm.

3. Siamo pronti alla misurazione della rappresentatività delle singole organizzazioni, affidata ad un soggetto terzo di fiducia delle parti, attraverso un sistema che metta insieme i voti riportati dalle Rsu con il numero degli iscritti (come accade nel pubblico impiego).

4. Siamo favorevoli anche ad una nuova regolamentazione delle modalità e dell’uso delle assemblee retribuite.

Accanto a tali questioni è necessario definire anche regole condivise che attengono ai rapporti tra le organizzazioni sindacali:

1. In primo luogo, occorre definire regole per assumere decisioni comuni sulla proclamazione degli scioperi; non si comprende perché si debbano consultare i lavoratori sulle piattaforme e gli accordi e non anche sulla proclamazione degli scioperi.

2. In secondo luogo, occorre un codice di comportamento nei rapporti tra le organizzazioni che preveda sanzioni, stabilite da un comitato arbitrale, nei confronti di dirigenti e delegati che assumano comportamenti lesivi della dignità delle persone e delle organizzazioni.

La democrazia ha bisogno di regole; senza regole degenera in rissa e populismo.

Ai tanti cantori del referendum, vorrei chiedere perché lo si invoca solo per i metalmeccanici, quando nella stragrande maggioranza delle categorie unitariamente i contratti si rinnovano senza farvi ricorso.
E’ chiaro che in assenza di regole comuni, valgono quelle decise dalle singole organizzazioni. La Fim farà come il sindacato metalmeccanico tedesco dell’IG Metall, che per la proclamazione degli scioperi e la ratifica degli accordi fa votare esclusivamente gli iscritti.

Roma, 20 ottobre 2009 Ufficio Stampa Fim-Cisl

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